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L'eleganza del Marmo

Renzo Piano e l’uso della pietra e marmo nelle sue opere

L’architettura italiana è un’arte contemporanea ma che non dimentica le sue tradizioni.

Chi meglio di Renzo Piano nella sua versatilità ha potuto portare l’architettura italiana in tutto il mondo.

La voglia di sperimentare e il bagaglio culturale l’ha portato a lavorare in tutto il mondo ma con una continua crescita con la valorizzazione dei contenuti che acquistano sempre più leggerezza con un connubio di vari materiali.

Però, per dare un tocco classicheggiante, naturale e che richiami l’architettura italiana, fa un discreto ma presente uso della pietra, che sia marmo, travertino o pietra locale.

Nato a Genova nella prima metà del secolo scorso in una famiglia di costruttori dove ha avuto la possibilità di rapportarsi direttamente con i clienti e mettere subito in pratica i suoi studi di architettura intrapresi prima a Firenze poi a Milano, ha poi lavorato per cinque anni presso lo studio di Franco Albini uno dei più importanti architetti e designer italiani ma anche urbanista e accademico del secolo scorso spesso citato come linea guida nelle interviste di Renzo Piano.

In seguito Piano ha approfondito le sue competenze tra New York e Londra. In quest’ultima città ha insegnato presso l’accademia Architectural Association School of Architecture per due anni dove conosce e diventa grande amico di Richard Rogers con cui insieme all’architetto Gianfranco Franchini vincono il concorso per la realizzazione del Pompidou di Parigi progetto dove, il reticolato strutturale dell’edificio, ne caratterizza ed evidenzia l’avanzare di una tecnologia provocatoria ironica e moderna che portano a legare il nome di Renzo Piano all’higt-tech

La demistificazione del museo Pompadour portano ad una richiesta da parte di commissioni internazionali per la ristrutturazione, progettazione e innovazioni di musei, padiglioni espositivi in tutto il mondo

Oggi giorno, lo studio di architettura Renzo Piano Building Workshop che conta ben tre uffici tra  Genova (sua città natale) Parigi (dove risiede tutt’oggi) e New York vanta progetti importanti in tutto il mondo.

Nelle opere di Renzo Piano però, si nota una grande attenzione all’ambiente, all’effetto climatico, al risparmio energetico e all’integrazione delle sue opere nel contesto modernizzandolo senza stravolgere la prospettiva all’occhio umano nonostante faccia poco uso di materiali naturali come la pietra, il marmo, il travertino ecc

Tra le sue opere in cui si utilizza la pietra in modo ingente ma sempre misurato abbiamo:

  • VALLETTA CITY GATE di Malta
  • LOS ANGELES COUNTRY MOSEUM a Los Angeles
  • IL SANTUARIO DI PADRE PIO a San Giovanni Rotondo in Italia

La VALLETTA CITY GATE di Malta è un esempio di antico fuso al moderno.

Sede del parlamento maltese, è un palazzo all’interno della città in una zona dove il passato ne fa da padrone con le mura e i resti del Teatro Reale sorto nel 1866 ma raso al suolo da bombardamenti del 1942. Renzo Piano si è trovato di fronte un teatro antico da recuperare e un palazzo moderno da integrare con l’antico.

L’uso della pietra locale, “marmo maltese” dal colore giallino, ha permesso tale operazione di assemblaggio tra antico e moderno.

Le facciate del palazzo del parlamento, che affiancano il teatro (recuperato e reso agibile come teatro all’aperto sempre dal progetto di Renzo Piano) hanno un rivestimento in pietra maltese ma non sono semplici lastre di rivestimenti, ma gli è stata conferita una importante funzione energetica con un controllo della luce per rendere gli interni luminosi ma comunque protetti dal calore. Il marmo maltese ha assunto quindi una funzione energetica tra il controllo della luce e al tempo stesso regolando la temperatura degli ambienti.

Queste lastre di marmo nel loro posizionamento, si integrano con la città e il palazzo sembra un enorme massa di pietra erosa dal vento.

Il LOS ANGELES COUNTRY MOSEUM e il travertino di Tivoli

Abbreviato col nome di LACMA, è uno dei più grandi musei enciclopedici degli Stati Unici d’America, milioni sono i visitatori ogni anno che ne ammirano le oltre 10 mila opere d’arte che spaziano tra preistoriche e contemporanee. Ma nel museo si organizzano anche eventi, esibizioni artistiche, concerti, proiezioni e tutto ciò che abbia a che fare con l’arte.

Per questo, quando Renzo Piano è stato chiamato a modernizzare quello che era il museo sorto nel 1965 con 3 padiglioni iniziali  ma che  poi negli anni si è ampliato di altri 3 edifici, si è trovato a fondere e dare un’unica anima agli edifici sparsi unendoli con collegamenti pedonali tra nuovi spazi pubblici, espositivi e che creassero una visione unica del museo concepito come un grande laboratorio artistico, un industria dell’arte con soffitti alti e pavimenti in legno all’interno.

Mentre nell’esterno, è stato rivestito da travertino di Tivoli scelto per il legame con l’antico che la pietra rappresenta ma che ben si integra col contemporaneo che diverrà la storia del domani.

SANTUARIO DI PADRE PIO a San Giovanni Rotondo in Italia, una sfida per Renzo Piano

Quando fu proposto a Renzo Piano la progettazione del nuovo santuario di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, non fu semplice per l’architetto.

Fino ad allora, non si era mai occupato di realizzare strutture sacre o di culto e soprattutto di una tale capienza. I frati, infatti, volevano una chiesa in grado di ospitare anche 25 mila pellegrini, ma venne ridotta a 10 mila durante il progetto.

Era necessario creare un santuario che ben si integrasse con l’ambiente naturale tra monti e mare che è il Gargano senza apparire un pugno in un occhio.

Ha cosi progettato la chiesa come un enorme guscio di chiocciola/conchiglia usando materiali naturali come il legno e rame preossidato per il tetto.

Per la parte portante della chiesa e quindi gli archi, sono stati utilizzati blocchi di pietra tagliati al millimetro e incollati tra loro con una lega con all’interno fibre di acciaio in gradi di assorbire smottamenti in caso di terremoti essendo il Gargano zona sismica sottoposta a continui smottamenti.

La pietra utilizzata per gli archi, per gli arredi dell’altare, per i pavimenti interni, è la pietra di Apricena chiamata anche “Bronzetto” per via del suo colore tendente al beige, bronzo, dorato.

Per la pavimentazione del piazzale antistante la chiesa è stata utilizzata la stessa pietra di Apricena ma con una bocciardatura per renderla antiscivolo.

Ma tantissimi sono oggi i progetti realizzati da Renzo Piano in cui si rispecchia il suo continuo studio perché per lui fare architettura è:

“…costruire edifici per la gente: università, musei, scuole, sale per concerti. Sono tutti luoghi che diventano avamposto contro l’imbarbarimento!”

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